Aprirei le tende se le avessi.

Ciao mio caro amico virtuale, sono qui, oggi è stata una giornata stranamente accentuata da alcune sincronicità. Una mia amica, ex collega, ex responsabile di equipe ed ex assistente sociale personale, mi chiama chiedendomi dove fossi. Le rispondo con voce allegra e leggera; mentre fuggivo dalla bocca dell’inferno come una Buffy qualunque che aveva finito bestemmioni e paletti di legno.

Ciao dotto, sono appena uscita da lavoro e vado a casa”. E fu così che mi caricò in macchina come una squillo sfatta dopo una notte di bagordi e siamo andati a mangiare cinese. Anche perché, non importa quando tu sia spiritualmente evoluta, quando la carne è vessata, il desiderio di andarsene in giro come una Lilith incazzata è potente e qualcosa che ti addolcisca e ti renda meno funesta per un paio di ore ci vuole.

E subito dopo aver consumato il nostro pasto dal menù fisso di €9,90, abbiamo ridacchiato come due adolescenti di mezza età mentre scartavamo e leggevamo il nostro bigliettino del biscotto della fortuna, mentre ci dirigevamo in direzione bar per caffeuzzo post pranzo: abbiamo mangiato tardi, il miei occhi da svampita cadevano nella direzione di un gruppo di tristi bancarelle, dove svolazzavano obbrobri di fattura artigianale.

A un certo punto da svampita divento Scarlet la rossa e mi chiedo se la mia amica, detta anche La Mascio: amica di tante disavventure potesse essere accucciata dietro tutto quello spettacolo di colori demodè.

E allora mando un vocale alla mia ex collega, ex vicina di casa ed ex andiamo a fare la spesa… E amica da una vita.

Lei sì, Anche lei, come una Scarlet appollaiata su dei sgabelli di fattura cinese mi conferma di essere lì, e che te lo dico a fare mio caro amico virtuale, ci siamo ritrovate tutte e tre sedute a 10 centimetri dal suolo come delle comuni senza dimora, mediamente passabili come delle donne realizzate. Controllo se mi fosse avanzato un paletto, macché, niente da fare, abbiamo conversato di ritorni alle origini e di codice penale e conseguenze varie. In compenso sono contenta che il cielo mi abbia mandato in soccorso le mie due splendide amiche a coccolare il mio ego e ho pensato che per avere donne così speciali qualcosa di buono forse l’ho fatta. Poi ci sono altre piccole creature ignobili come la loro piccolezza d’animo e di statura che vanno ignorate, nonostante il muro fortemente puntellato al suolo, perché da bravi parassiti energetici continuano a volere attentare alla mia salute psicofisica, ignorando il fatto che se volessi, potrei entrare in quelli piccole macabre e stupide teste e demolirle psicologicamente scuotendo le basi del loro io narcisistico. Naturalmente sé volessi e sé vivessi, la vita, con le loro stesse ottave basse. La gran parte della popolazione autoctona non avendo nulla da portare al mondo, come dei re magi tirchi e cattivi, trovano refrigerio alla fontana della zizzania e della calunnia, ignorando le conseguenze nel reiterare e continuando a denigrare gli altri, mi ripugnano.

Confido sempre nel grande e vecchio saturno, lui si, lui si che taglia e recide. In questo articolo, uso una prosa fantasiosa, anche perché vorrei comprendere come i famosi scrittori di talento, riescono a creare intere storie fantastiche prendendo spunto esclusivamente dall’immaginazione.

Io posso solo essere cinicamente realista e brutale, quello che passerebbe come fantasia sarebbe la vita guardata da un paio di occhi che crede che: siamo circondati da creature di tenebra. Aprirei le tende se le avessi.

Con questo è tutto mio caro amico, e quella che oggi non era ispirata da nessuna musa ha tirato giù un pensiero profondo composto da tanti bestemmioni trattenuti e anatemi che devono cogliere come mele marce al suolo.

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Pubblicato da lastronzaomofoba

Diario Autobiografico, tra il ridicolo e il paradosso “LaStronzaOmofoba” racconta la sua vita. Tra attacchi di ira, sconforto e qualche bella notizia. L’utilizzo di questo Blog come se fosse un vero e proprio diario. Sperando di far sorridere, riflettere e emozionarvi. PS: Chiedo scusa per le parolacce, ma chi, in fin dei conti non scrive qualche parolaccia nel proprio diario?!

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