Mio caro amico virtuale, oggi sono qui mediamente emotivamente centrata, quindi è la parte di me cinica, stronza e sarcastica che aggiorna le pagine del suo diario. Che avrei chiamato volentieri se fossi stata emotivamente più consapevole il diario di una svampita.
Oggi è arrivato il nuovo ma vecchio monitor, ed è per questo che faccio una prova: per confrontare le differenze visive con l’altro.
Mi sono circondata in questo periodo di belle parole, lette con molta attenzione nel romanzo Radici, subito dopo in quelle un po’ più cupe di Cime tempestose, e ora da un paio di giorni, le sto riscontrando con l’inizio di una nuova avventura, un manifesto femminista sotto forma di racconto narrativo dal titolo: Il testamento di Emilia. Ci tengo a scriverlo, soprattutto quando un libro merita ed è poco conosciuto.
Non sono mancati i webinar in diretta e pure quelli registrati e caricati successivamente su Youtube.
Credo di aver assistito a un lancio di maestri, guide spirituali, libri di veggenti morti, teosofi e veggenti morti, raggi, espansioni di cosmo e lancio dei chakra, ho temuto che si lanciassero gli animali domestici appresso. Tutto così imbarazzante e non sense, un po’ come quelle signore attempate che si prendono a parolacce tra i palazzi, affacciate alle finestre.
Per non parlare dell’anziana signora e psicoterapeuta che parla di astrale scuro e altre cose spaventose: soprattutto l’astrale nero che ti attenta nei sogni: un po’ come quando sognavo il diavolo da bambina e avevo paura del buio, io una sciocca, ci vivevo già con il diavolo. Carina lei, mi ha risposto; che probabilmente avevo subito un trauma da bambina.
Signora, faccia prima a dirmi quale trauma non abbia avuto. La rispetto e la capisco; però se parli di magia non puoi rispondermi da psicologa. Sennò un grazie al cazzo, pur non volendo, scappa.
Va bene mio caro Bloggi, sono sufficientemente divertita e stronza, tanto per aver condiviso queste spiritosaggini, ora torno alle mie letture.
Passo e chiudo e alla prossima Disa(mina)vventura.