Ciao mio caro amico, oggi sono qui di venerdì. Cosa posso dirti di diverso rispetto agli altri giorni?
Ecco! Questa mattina appena dopo il caffè, la mia giornata s’è illuminata grazie ad una ispirazione nata da uno scambio di messaggistica con un’amica di lunga data.
Senza entrare troppo nel merito, così da non far rodere qualche fegato marcio, sono qui a sviscerare l’elucubrazione del giorno.
La violenza contro le donne.
Quando parliamo o sentiamo parlare di violenza contro le donne, nel nostro immaginario si palesa forte l’immagine o la vignetta fumettistica stilizzata di un uomo che picchia e vessa una donna.
E io oggi sono qui e voglio vederla da tutt’altra angolazione e con una diversa e sempre vecchia prospettiva: lanciando una provocazione, anzi, cercando di far riflettere ma senza sminuire il termine violenza contro le donne. Anzi voglio aggiungere: poiché la nostra mente analitica è fortemente riduttiva, ci limitiamo ad un paio di esempi mentali e stop!
La violenza può essere anche psicologica e vessatoria, quindi non è necessario che ci sia un contatto fisico tra abusante e abusatore, tra vittima e carnefice.
Una donna che mette in atto dinamiche abusanti è consapevole di star esercitando della violenza?
Credo di no, noi siamo quel dolce paese moralista e bastian contrario e delle etichette: perché dobbiamo fissare in mente dei concetti. Concetti prettamente duali, bene e male, buono e cattivo e così via.
Gli unici strumenti che una donna ha per rendersi conto se sta utilizzando meccanismi di violenza è l’autocoscienza e la consapevolezza di sé. Perché siamo talmente tanto abituati a dividere per gravità e importanza, che non ci facciamo caso. Uno schiaffo dato da un’altra donna è meno violento e meno minaccioso rispetto quello dato da un uomo. Nulla di più sbagliato.
Io credo mio caro raccoglitore dei miei pensieri strampalati che: se si voglia utilizzare il termine violenza sulle donne, lo si debba fare ma includendo e non escludendo.
Anche una madre può essere violenta con una figlia, con una sorella o contro la propria madre. E non deve essere ridimensionata o liquidata come fatto non grave o eccezionale. Se ne parla solo di meno.
La violenza non ha sesso, religione ed età. E’ la dinamica tra forte-debole e addizionata a comportamenti assimilati in fanciullezza possono far scattare e innescare quella dinamica, oltre a: forza fisica, particolari condizioni di fragilità della mente umana o addirittura, rapporti di dipendenza affettiva.
Un anziano o anziana che si trova in una casa di cura (faccio un esempio) non è in una specie di fragilità psicofisica?
Il solo fatto di essere accudito da un personale frustrato e poco empatico, può portare all’essere schernito/schernita: perché forse ha sporcato il letto.
Questa non è violenza?
Se ne parla pochissimo ma altre forme di violenza contro le donne è quella ostetrica, le partorienti sono vessate e schernite e non accudite adeguatamente e sono in particolare ostetriche e infermiere ad attivare la dinamica.
Che sia chiaro! Non attacco il concetto di violenza sulle donne, attacco la limitazione che l’immaginario che la cultura pseudo femminista dà al fenomeno. Sono cresciuta con un padre abusante, ma le mie due meravigliose matrigne erano ancora più abusanti di lui. Una donna in uno stato di fragilità psicofisica va tutelata sempre, che esse siano minori o anziane che siano cisgender e non.
Esaurisco qui la mia riflessione sperando mio caro amico che non sto parlando di violenza di genere e femminicidio.
Quindi ripeto la domanda: donne siamo sicure che a nostra volta non ci comportiamo in maniera violenta con altre donne?
Mio caro questa mattina mi sono alzata con l’intenzione di portarmi a casa altri libri, non mi bastava l’acquisto online fatto ieri: Niente di vero tranne di occhi di Faletti.https://amzn.to/47hhnTy
A un’edicola del libro usato, ho comprato con solo 6 euro due libri. Il prezzo dell’inganno di Elisabeth George https://amzn.to/3QK4OZV e Le ragazze di Parigi della scrittrice Pam Jenoff.https://amzn.to/3MPtcbr
Io spero di aver scelto bene e che siano letture affascinanti. Al prossimo giro di boa e per il momento, passo e chiudo.