Scritto il 30/05/2015
Ciao Bloggi oggi voglio raccontarti del buzzurro. Naturalmente prima di farlo devo spiegare cos’e un Buzzurro.
1) Epiteto con cui venivano apostrofati i montanari e i settentrionali da romani e toscani.
2) Estensione a Persona rozza, villana, dai modi grossolani. Sinonimo di ignorante, zoticone, cafone.
Prima di incominciare devo fare le mie premesse. Sono un Leone ascendente Sagittario con Marte e Giove in gemelli, luna, plutone in Bilancia.
La luna in bilancia influisce su i miei standard di bellezza, compreso il modo di pormi nei confronti degli altri e sulle buone maniere. Lo scrivo, non come attenuante nei miei confronti, anzi al contrario lo faccio con l’intento di far capire quanto io sia pazza con istinti di aggressività, perché solo io posso passare dalla modalità, “bella e intelligente”, alla “la bella ti afferra per le palle e ti lava quella bocca sporca”.
Da anni la mia tolleranza nei confronti del genere maschile sta affogando in un gabinetto pieno di merda.
Ricordo gli anni della mia ormai lontana gioventù quando passeggiavo per le strade soleggiate della mia città, era un toccasana per i miei occhi, dove adoni dalla pelle olivastra passeggiavano sorridenti, neanche se fossimo nei Campi Elisi.
Ormai vivo a bari da più di 10 anni e degli adoni neanche l’ombra, solo un infinito popolo di Buzzurri.
Uomini e donne di ogni taglia e dimensione dal gusto orrido e pacchiano per l’abbigliamento, per non parlare dei loro modi, altro che montanari, solo abomini.
Ora parlo del Buzzurro seriale.
Il Buzzurro seriale è la versione 2.0 della versione precedente. Al contrario del primo il seriale e un Buzzurro per scelta in quanto lui al contrario del suo progenitore e scolarizzato anzi, laureato.
Al Buzzurro seriale sono stati dati tutti gli strumenti per sapersi comportare e interagire in ogni situazione. Ma al contrario dell’altro lui sceglie di essere sessista e misogino, ti faccio un esempio Bloggi. Il Buzzurro seriale fa sfoggio della bravura nelle lingue estere, utilizza un vocabolario variegato e complesso come se volesse impressionare Dante Alighieri o peggio La Divina Commedia.
Di fatti la gente normale, quella comune se si trova a descrivere una serata di intimità sessuale cerca di rimanere nel vago, per la serie “sì abbiamo fatto sesso”, mentre il seriale quasi come un narratore di porno per ipovedenti si lancia in racconti piccanti e utilizza parole come scopato, cazzo e piccione come se fosse riduttivo utilizzare la parola (ho fatto sesso), già il seriale non fa sesso lui scopa, non ha un pene lui a il cazzo, e soprattutto lui non ama le vagine lui adora i piccioni.
Quindi morale della favola non importa quando un Buzzurro possa studiare ed acculturarsi lo rimarrà sempre. Passo e chiudo. In fede “la stronza omofoba”
P.S. AIUTO PORTATEMI VIA.