Il Tradimento Originale

Caro bloggi è tanto che non ti aggiorno sulle mie vicissitudini. Sai, in questi tre anni, son successe tante cose: una pandemia mondiale, mobbing sul lavoro e trasferimento di sede per ristrutturazioni del centro.

Ti racconterò tutto con molta calma, prendendomi i miei tempi per poter elaborare le mie emozioni, che ho messo in standby. Ah! In tutto ciò ho adottato un’alimentazione low carb che mi ha fatto perdere 40 chili e più.

Quest’oggi, mio caro, mentre intrattenevo una piacevole conversazione con la ragazza del servizio civile, ho iniziato a parlare e ad interrogarmi su quel senso di inquietudini e tormento interiore  appena avverto un impercettibile cambiamento nelle persone. Il cosiddetto trauma dell’abbandono.

Era il 1979 quando sono stata abbandonata la prima volta, il Tradimento originale. Quando parlo di abbandono, non mi riferisco ad un bimbo che vien dato via, ma ad una giovane madre che si spegne per una malattia.

Non avevo ancora due anni quando mia madre venne a mancare. Non ho un ricordo, anzi, non ho ricordi! Non so come un infante possa percepire l’essenza improvvisa della propria madre.

Molto probabilmente, pur non capendo, osservavo i loro cambiamenti, il loro lutto. O meglio, il lutto di mia nonna e mio zio all’epoca diciasettenne. Mio padre sei mesi dopo era già coniugato con un’altra donna. E che vuoi Bloggi? i narcisisti non hanno sentimenti..o meglio, hanno una visione tutta loro: loro sono gli sfortunati, le vittime del destino. Lui era lo sfortunato, il vedovo con un figlio da crescere, quindi doveva trovare una moderna (per l’epoca) Mary Poppins da sposare, perché con un po’ di zucchero la pillola va giù. Già peccato non funzioni con le supposte.

Quindi, ricostruendo gli eventi, sono rimasta per un periodo che potremmo arrotondare per eccesso di un anno, con nonna e zio.

Ma come ogni buon padre narcisista, non puoi rendere felice un figlio, ma devi umiliarlo perché ti ha rovinato la vita! Dopo essersi accasato, mi ha portato via dalle braccia più simili a quelle di una madre che io avrei mai ricordato.

Di quegli anni non ricordo nulla, il ricordo fisso nella mia mente è sempre stato il terrore e il senso di paura che provavo nei confronti di mio padre. Paura! Tra lui e l’uomo nero, probabilmente, avrei preso per mano l’uomo nero! Giuro, non scherzo! Il  primo ricordo, fissato nella mente, all’età di tre anni, era mio padre che voleva prendermi per mano per portarmi al giardinetto e il terrore che sentivo fino in gola!

In Quegli anni, sono subentrati gli anni della sostituzione (come la chiamo io): mia nonna era stata allontanata, mia madre cancellata, la mia matrigna era diventata mia madre, sua madre mia nonna. Mia nonna era diventata la bisnonna! Chi cazzo è la bisnonna?! Un bambino conosce: nonni, genitori e zii, non bisnonne!!! come se fossero parenti alla larga. Questo è il crimine che non perdonerò mai a mio padre! Le botte, gli abusi psicologici, le umiliazioni tutte cancellate!! Ma, il fatto che mi ha reso un’estranea emotivamente fredda, nei confronti di mia nonna, no!

Di mia nonna ricordo quelle sere rare, dove fungeva da babysitter e mi metteva a letto, lei era lì per me, per elemosinare un abbraccio, una parola di affetto, trovare gli occhi di sua figlia nei miei… io ricordo solo che provavo un forte senso di disagio.. era la buffa signora con un tic all’occhio che portava regali per poi non trovarla più la mattina.

Non mi perdonerò mai il fatto che non abbia realizzato in tempo il legame che ci univa: lei era la cosa più vicina a mia madre e io ero la cosa più vicina a quella figlia persa a diciannove anni.

Mio padre, ha fatto un lavoro di cancellazione (con sua moglie ovviamente). Non ho foto di mia madre, i suoi beni distrutti e l’unica che avrebbe potuto raccontarmi se eravamo caratterialmente simili era venuta a mancare qualche anno dopo. Il mio terzo abbandono.

Il quarto avverrà la fine di quell’anno scolastico, dopo che la mia amatissima matrigna mise mio padre alla porta, causa relazione extraconiugale.

Naturalmente, ero un altro fardello scomodo! così, l’amatissima, chiamò mio zio, mise della biancheria in una busta di plastica e mi mise alla porta.

Ma questa è un’altra storia mio caro amico, chissà, non so se sono pronta per riprendere il racconto da qui.

Ma quello che posso dire, il senso di abbandono, ti rende emotivamente instabile, innesca meccanismi di difesa e reazioni che ti portano ad allontanare ogni persona bella che bussa alla tua porta, perché nulla dura per sempre e prima o poi tutti vanno via.

Ti saluto mio caro amico, alla prossima.

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Pubblicato da lastronzaomofoba

Diario Autobiografico, tra il ridicolo e il paradosso “LaStronzaOmofoba” racconta la sua vita. Tra attacchi di ira, sconforto e qualche bella notizia. L’utilizzo di questo Blog come se fosse un vero e proprio diario. Sperando di far sorridere, riflettere e emozionarvi. PS: Chiedo scusa per le parolacce, ma chi, in fin dei conti non scrive qualche parolaccia nel proprio diario?!