Mio caro amico, buongiorno! Il mio PC indica i 28 gradi con una sfera arancione, e non siamo ancora a mezzogiorno. Il cosiddetto mezzogiorno di fuoco. Sono uscita per comprare pane e acqua, lol, scherzo… Acqua e il tabacco, anche io ho i miei peccati.
Non so se chiamarle sincronicità, mi son trovata a passare davanti a negozi di cinesi con grossi ventilatori esposti in bella vista come auto nel parcheggio di un autosalone: devo smettere di leggere Grisham, o inizierò a scrivere come lui, che sciocchezza, magari ne fossi capace!
Mentre rientravo a casa, rigorosamente di corsa, mi sono rivista in quest’immagine bizzarra: in una mano il ventilatore già montato dal venditore, nell’altra, il carrello della spesa. Un’immagine divina, sembravo una cazzo di Giovanna D’Arco mentre con una mano fendeva la spada e con l’altro lo scudo in preda alle sue visioni, un po’ come la nostra Giorgia urlatrice.
Il ventilatore fa il suo dovere anche se è silenzioso come un vecchio caccia a due posti, tipo quelli raccontati nel romanzo “Le ragazze di Parigi” di Pam Jenoff.
In tutto questo, il caldo sembra scemare, mentre il mal di testa da cervicale inizia a bussare delicatamente alla me cosciente che sta scrivendo: sarà colpa del caldo, sarà colpa del ventilatore o sarà colpa del boh?
Qua lo dico e non lo nego, inizio a sospettare che; l’estate sia un’invenzione per i ricchi, se non hai case climatizzate e i soldi per andare in vacanza si ha la reale percezione di trascorrere letteralmente l’estate all’inferno, altro che bella stagione.
Ero convinta di mettermi sotto per la lettura del book club, ma, la ragazzina protagonista, dal nome idiota e maniaca del controllo, mi è diventata antipatica alla seconda pagina. Sono stata schiaffeggiata dal suo disagio.
Che ci possiamo fare, sono umana pure io, cercherò di recuperare in giornata con in sottofondo il rumore dell’aviazione militare che si propaga dalla mia casa, sperando che il mal di testa passi.
In alto i ventilatori e alla prossima, passo e chiudo.