Ciao mio caro amico, oggi sono di riposo, sempre se così si possa chiamare.
In questa settimana ho finito di leggere il terzo libro della saga del Cimitero Dei Libri dimenticati: Il prigioniero del cielo. Forse è quello che, dopo il primo, io ho assaporato maggiormente, pagina dopo pagina.https://amzn.to/3SI7UAh
La famiglia Sempere e la libreria Sempere & Figli sono il fulcro di questo avvincente terzo libro. Il protagonista in assoluto è il mio adorato Fermìn Romero de Torres. E che ci vuoi fare Bloggi! Ho un debole per quel romanziere e malandato di un uomo vissuto.
Non so se posso considerare Zafòn il mio scrittore preferito (al momento si), ma quello che so per certo è: questi libri sono estremamente suggestivi per me.
La storia si sviluppa in qualche mese con un lunghissimo sguardo sul passato di Fermìn. In realtà non verrà tutto svelato, ma questo racconto porterà alla luce il fatto che, David e Fermìn sono legati da molto tempo prima, rispetto a quel loro primo incontro. Quando fu pestato a sangue dal porno professore di musica e insegnante di Topazio… Ops! Scusate,volevo dire, la non vedente ma pruriginosa Clara!
La semplicità e la modestia della famiglia Sempere mi da quel senso di famiglia, aggiungerei casa. Nonostante non vivano nel lusso e debbano ingegnarsi per cercare di sbarcare il lunario, mantengono uno spirito critico e costruttivo senza ai arrendersi, riuscendo sempre ad essere ricettivi nell’ascolto e pronti ad aiutare tutti gli altri.
Questo spirito di solidarietà viene percepito dal lettore che sviluppa una forma di empatia e familiarità nei confronti dei personaggi ed è questo, il cuore pulsante dei tre libri letti da me finora: il mutuo soccorso. Mi duole ammetterlo ma, io ho pianto anche in questo libro e stiazz… Sono una stronza che si rammollisce (LOL).
Questo terzo libro si collega al secondo, che la sua trama ed è narrativamente precedente all’Ombra del vento (insomma,un prequel). Lì si parla del nonno di Daniel e di suo padre che è giovanissimo a quei tempi, per incrociare nel racconto la mamma di Daniel. Ragazzina di origini italiane estremamente rompicoglioni. Ma io l’ho amata ugualmente, anche perché molto probabilmente sarà stato il suo carattere cocciuto che ha decretato la sua morte. Questo lo scopriremo solo leggendo il quarto libro e ultimo libro della tetralogia, ottocento pagine: Il Labirinto degli spiriti.https://amzn.to/3QShkYv
I Sempere sono il nirvana per ogni persona che come me, ha avuto in una famiglia disfunzionale, che tra il diventare idioti e l’andare via di casa, hanno scelto la seconda, senza voltarsi indietro, come in un passo di un versetto biblico. I Sempere vivono nello stesso palazzo. Io e mio padre neanche nella stessa città, ma avrei preferito trasferirmi dall’altra parte del mondo se non avessi temuto le stagioni invertite e la natura incontrastata. (Bella io a fotografare i canguri e fuggire dai crotali).
Quante sciocchezze che dico, io che dinnanzi alla frase <io e te a fare l’amore sul prato> mi sono sentita turbata all’idea degli insetti che mi potrebbero camminare di sopra, perdendomi quell’attimo di poesia e l’immagine del suono di ciabatte bagnate (non farci caso Bloggi, come già detto dico sciocchezze).
Il mio romanticismo assomiglia a un docente di un corso sulla sicurezza o peggio a un Bruno Vespa che analizza un modellino su scala della villetta di Cogne.
Lo giuro sono romantica…
Comunque ho iniziato a leggere il romanzo di una scrittrice che mi ha consigliato la collega siciliana.
La scrittrice si chiama Clara Sànchez (l’accento è invertito ma non so come lo si faccia con la tastiera del PC, quindi puritani della lingua italiana abbiate pietà e passate oltre). La sua scrittura mi piace, gli spagnoli non si perdono in inutili gorgheggi di parole sfoggiate come potrebbe fare un autore francese. (l’ho detto)
Il libro si chiama La voce invisibile al vento. No! Non è un softporn spagnolo, è la storia di una giovane madre che non sa come si va in vacanza, soprattutto se hai partorito da circa sei mesi.https://amzn.to/3ubIgcS
Preparare le robe del bambino, non dimenticarsi il latte.
Fare valigie a marito, mettendoci una ricarica Netflix e gli si dice…< amori miei, toglietevi dai coglioni che mi fate partire il crimine che Annamaria Franzoni mi fa segni inquietanti>.
Invece no, la protagonista che ha partorito da sei mesi circa, con tutta la stanchezza accumulata, decide di traslocare e mette in valigia mezza casa per andare in villeggiatura al mare… (Credi che siano gli anni ottanta? Bah)!
Non la vedo bene lei, nel frattempo ha trasformato le vacanze del marito in un incubo. Letteralmente in un incubo.
Cos’altro aggiungere mio dolcissimo raccoglitore del mio non politicamente corretto, che forse dovrei fare un manuale su come spedire il marito in vacanza, portandosi figli e le varie rotture di cartoni appresso.( dal titolo Donna, moglie e madre ma Santa, no)!
Ci penso su, alla prossima.