E sono di nuovo qui, mio amico virtuale. Ho letto diversi libri in questo periodo ma nulla di così eclatante, tranne L’amore è un fiume di Carla Madeira: un libro forte che a volte fa sentire un senso di soffocamento.
Altro libro molto spinto è Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini: in cui racconta la sua vita e soprattutto quella della sua protagonista principale, sua madre. Una donna forte arrabbiata e manipolativa, ignorante nonostante i suoi studi classici. Dalla narrazione di Antonio si evince che non ha superato o elaborato, o semplicemente, perdonato Anna. Cosa intendo perdonare? Lasciare andare, quando certe dinamiche non ti appartengono semplicemente le lasci andare, in questo caso mi spiace dirlo, al contrario delle sue sorelle, lui ha ereditato quel fuoco. È un libro che consiglierei a ogni figlio di una certa età del meridione, ci riconosceremmo un nostro familiare. Antonio mi spiace, non credo tu possa avere questa esclusività.
Oggi è domenica, una domenica di riposo e ho preparato una parmigiana da condividere con la mia amica Pintos. No! Non sono una brava casalinga, non sono una moglie e non aspiro esserlo, io sono un po’ più quella vestita di nero al buio arroccata nella torre, non credo all’amore, al lieto fine e al felice e contenti per sempre.
A volte sono troppo estremista, sono talmente abituata che le cose debbano finire che non ne riesco a godere appieno, preoccupandomi del prezzo che ne dovrò pagare.
In questi ultimi mesi mi è stato fatto notare che storco il naso alla parola moglie, beh sarà anche vero ma ancora non ho visto e compreso i benefici di esserlo; le corna?
Dedicare un’intera esistenza in un rapporto sfiorendo giorno per giorno e arrivare a cinquant’anni ed essere abbandonati per qualcuno di più giovane, amorale e trasgressivo?
Sono dell’idea che i rapporti di coppia debbano essere alla pari in tutto, mentre noi viviamo ancora in una realtà che si lascia permettere cose, semplicemente perché quello che è sconveniente per una donna non lo è per un uomo. Be miei cari lettori, la morale non ha genere, come i sentimenti tra l’altro. E sinceramente non credo neanche che l’amore cambi le persone in meglio, se dal forno sono usciti male e molto probabile che si raffermeranno peggio.
Io mi tengo stretta la mia malinconia e il mio senso di inadeguatezza, perché sarà anche vero che non mi fanno godere a pieno della vita ma almeno mi hanno donato la lucidità e il realismo nel comprendere che non ci sono né cavalieri né principi azzurri e che, la felicità viene da noi stessi.
Passo e chiudo, mentre la vicina riproduce in loop Rossetto e caffè di Sal Da Vinci.