Sono povera come la Merda

Io sono povera come la merda e ne sono contenta, la povertà ha smussato e ridimensionato il mio ego.
La povertà mi ha permesso di connettermi con il mio Io più profondo. Non mi spaventa il lavoro, lavoro per sopravvivere. E che c’è di male nel sopravvivere? Sono sopravvissuta a un padre diabolico e a due matrigne, alla strada e ai pregiudizi del mondo.

Sono povera come la merda e cammino leggiadra in mezzo alla miseria umana.

Ciao Bloggi, questa sera esordisco con questa affermazione. E perchè no!

Anche San Francesco d’Assisi era povero, ovvero prima di essere Francesco, il frate, era il figlio di un ricco mercante, o almeno questo è quello che è scritto riguardo alla sua vita.

Ebbe una visione, avrebbe dovuto spogliarsi dei suoi beni terreni per avvicinarsi ed abbracciare la fede. questo è il mantra del cattolicesimo. secondo me ad un certo punto, ha compreso che tanta ricchezza lo rendeva pesante, circondato da lusso e frivolezza diventa difficile connettersi con il tuo Io interiore. La tua anima. Questo non significa che la ricchezza sia un male, ma sono che per alcuni lo spogliarsi dai panni ingombranti di una vita che ci sta stretta è necessario, per rinascere con una consapevolezza che prima non si aveva, o non si percepiva.

Perché questo preambolo, ti chiederai mio caro amico e raccoglitore dei miei pensieri. Semplicemente non tutti nascono per conquistare e dominare il mondo, la maggior parte è destinata alla umile e monotona vita da ape operaia.

Però tra quei miliardi di quelle api, c’è chi sente che non sta facendo tutto nel modo giusto, non si sente realizzato. Non sente la propria anima risuonare, non la sente vibrare, non la sente connessa.

Molte di queste api come me, sono, erano legate ad un cordone alla propria famiglia. Famiglia che presa dal consumismo e dal volersi adeguare e omologare al resto del mondo, non sente, non ascolta la propria anima. Non ascolta il suo Io interiore, non sente la chiamata. Che non è quella del sacerdozio sia chiaro.

Io sono stata fortunata, ho già scritto che da piccina ero una vecchia saggia, una vocina interiore simile alla mia che diceva che ero fuori posto e che mi indirizzava sul cammino arduo della vita.

Come diamine fa un bambino di sei anni a sentirsi fuori posto. non si sentiva amato, che sia chiaro, quel sentirsi non era una sensazione ma una semplice realtà. Una realtà scomoda, atroce per un bambino. Ma sai quel detto?

Dio non ti da pesi che non si è in grado di sostenere. Man mano che la parte bambino diventa la parte adulta, la parte istintiva diventa raziocinio si comprende che nessuno può amarti come te stesso. Attenzione non parliamo di patologie narcisistiche della personalità.

Parlo dell’accudirsi, del coccolarsi, del guardarsi con tenerezza. Guardarsi con amore, che poi, che ne sappiamo dell’amore se qualcuno non ce l’ha insegnato? Ed ecco li! Il tuo Io interiore che ti accompagna in silenzio a voce muta, osservandoti, fa capolino e ti dice: mi sono sempre preso cura di te, anche quando eri troppo arrabbiato per sentirmi. Anche quando eri troppo umiliato per sentire che ero li accanto a te che ti stringevo forte.

Parlo dell’Io interiore come se fosse la mia parte spirituale più profonda, quella che scintillava e dava gas ogni volta che non avevo la forza e la volontà per rialzarmi e reagire. Desiderare di svanire “tanto ero vista solo quando venivo schernita e vessata o quando fungevo da Punchingball”.

Per ognuno, quello che Io può essere qualsiasi cosa, non sono qui a dare lezioni ne di etica ne tantomeno di teologia. Anche perchè, un cazzo di prete che mi abbia spiegato il: ma proprio a me! Non l’ho trovato.

Si arriva ad un punto che l’amore per te stesso, la voglia di sopravvivere diventi più forte dell’amore che provi per quell’unica famiglia malata, tossica, violenta e abusante. L’unica che conosci. La tua mente scintilla e non pensi, ti allontani nel buio della notte senza guardarsi indietro, lasciando una pira funebre alle tue spalle, fatta solo di odio, rancore e umiliazioni continue.

Sono povera come la merda! Ma sono libera dalle dinamiche tossiche di chi avrebbe manipolato come una marionetta.

Sono povera come la merda! Ma non ho paura di amare anzi io amo di più.

Sono povera come la merda! Ma riesco a dare il giusto valore alle cose.

Sono povera come la merda! ma non è la povertà a spaventarmi.

Sono povera come la merda, ma cammino leggiadra perchè la miseria umana non mi spaventa.

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Pubblicato da lastronzaomofoba

Diario Autobiografico, tra il ridicolo e il paradosso “LaStronzaOmofoba” racconta la sua vita. Tra attacchi di ira, sconforto e qualche bella notizia. L’utilizzo di questo Blog come se fosse un vero e proprio diario. Sperando di far sorridere, riflettere e emozionarvi. PS: Chiedo scusa per le parolacce, ma chi, in fin dei conti non scrive qualche parolaccia nel proprio diario?!