Mio caro amico virtuale, sono qui dopo aver trascorso una deliziosa giornata di sole fuori casa.
La missione di oggi era quella di ripercorrere i passi di una me troppo giovane all’epoca dei fatti per avere dei ricordi fissati nella mia mente.
La cara amica Pintus che è sempre leggermente in ritardo, quest’oggi alle 08:27 era sotto casa, mentre io ancora dovevo infilarmi la mutandina pulita.
Nella mia mente m’ero organizzata per essere divina ed eterea, ma di fatto mi sono ritrovata vestita come una Peppa Pig in tonalità: carta da zucchero.
“E anche oggi mi sono vestita come la versione Lella e mascolina di Jane Fonda cinquantenne.
Ed è così il mio piano di sfilare: per le ridanciane strade del borgo martinese, mentre sputavo in faccia ai passanti è svanita.
È stato strano e buffo, ormai vivo in una grande città da tanti anni e sono abituata a percorrere lunghi percorsi con la convinzione di”è vicino casa”. Che quando mi sono ritrovata a Martina, spazi che a me sembravano estremamente distanti, di fatto, non lo erano.
Siamo arrivati nei pressi del cimitero e siamo state accolte da un paio di meravigliosi gatti che mangiavano all’ombra dei pioppi nella loro ciotola, carini, spendo tre euro per un girasole e varchiamo il cancello del cimitero: alla ricerca della tomba perduta, non l’avessi mai detto. S’è trasformata in una caccia al tesoro.
Seguendo le indicazioni ricevute qualche giorno prima dal comando della polizia municipale, ci rivolgiamo all’ufficio “appena entri sulla destra”.
Lì all’interno due tipi bizzarri, centoquattro? Lavori socialmente inutili?
Non lo scopriremo mai.
Quello che posso dire che da quel momento sembravamo i concorrenti di Cimitero Express, la variante di Pechino Express. Nonna non era lì secondo i due bizzarri, la Pintus con il suo aplomb gli tira il registro delle sepolture la trova: ma quello che risulterà estremamente difficile sarà il localizzarla fisicamente.
Dopo una lunga ricerca con la Pintus pronta a non andar via, troviamo nonna, sempre lì dov’era sempre stata, ritratta in quella foto scattata il giorno del matrimonio del suo secondogenito.
Non so: è stato come fare pace con me stessa, per averla abbandonata, o forse, è stato come riappacificarmi con lei, per avermi abbandonata. Dio quanti abbandoni, in questa famiglia.
E quella che si prospettava come una mattina fredda e uggiosa, e io nel cimitero, come una Adele, nel suo video musicale mentre triste passeggia per una Londra in bianco e nero, si è trasformata in una mattinata all’insegna della buona compagnia, una bella passeggiata in macchina, della buona tavola e buoni propositi.
Se c’è una morale in tutto questo, forse è che le giornate non finiscono mai come iniziano, e che, in fondo, tra un girasole e una Pintus, c’è sempre spazio per la bellezza.