Mio caro amico virtuale sono di nuovo qui dopo aver augurato la buonanotte a chi di virtuale ha ben poco. Approfitto di questa full-immersion notturna per scrivere di questo delizioso romanzo che ho finito di leggere da poche ore.
Come tutte le cose belle e vere, alcuni libri, lasciano un sapore metallico in bocca, quasi a ricordare il sapore del sangue o della terra. Perché di sangue, terra, lacrime e sudore questo libro racconta.
Stasera voglio parlare di Julie Otsuka e del suo romanzo: Veniamo tutte per mare.
Un romanzo di qualche anno fa, un romanzo che forse non tutti hanno letto, sbagliando.
Questa è una storia per tanti dimenticata, per tantissimi a loro sconosciuta.
Le così dette, spose in fotografia.
Una storia raccontata con i colori e le sfumature del sol levante, il sogno di riscatto e di emancipazione di tantissime donne che, hanno sperato in un sogno e nel sognare come bambine innocenti.
L’autrice con la sua voce o meglio con la sua penna, incarna fisicamente lo spirito sciamanico di un antico mito raccontando e tramandato tra generazioni.
L’autrice si fa verbo e restituisce la voce a migliaia di donne che: nei primi anni del novecento, si sono imbarcate dal Giappone per raggiungere le coste Statunitensi e vivere il loro sogno americano.
Non so quanti leggeranno questo pensiero sparuto che metto agli atti, finché è ancora caldo e rimbalzante nella mia mente. I pensieri di una che tutto dovrebbe fare, tranne che parlare di libri, perché non ne ha le competenze e lo dice senza falsa modestia.
Ma! Di una cosa sono certa, sono poche le persone che come me riescono a leggere le emozioni al di là del tempo e ne riesce a darne corpo e vibrazioni.
L’autrice ha raccontato con la sua voce le storie narratele da altri tramite racconti, ricostruzioni e testimonianze storiche.
Di questo libro voglio dire solo qualcosa che non lo depotenzi e spinga alla curiosità nello scoprire i sentimenti di quelle imbarcate nei primi del novecento. Anzi, oltre le storie delle spose in fotografia, il romanzi punta lo sguardo con severità, sui soliti argomenti, che non invecchiano mai, rimanendo attuali nei ricordi di quelle famiglie e nel tessuto sociale.
Questo racconto è pura poesia e non tutte le poesie sono allegre, alcune parlano di razzismo sistematico, sfruttamento lavorativo, emarginazione sociale e di padroni che lo sono solo perché, nati dal lato giusto dell’emisfero.
Julie Otsuka porta dignità alle donne che son state dimenticate, cancellate e sostituite.
E’ un libro che fa dolere il cuore, ma allo stesso tempo ti connette empaticamente a intere generazioni di donne che hanno lasciato affetti e la loro terra natale per vivere il sogno americano, alcune forse lo hanno vissuto, altre hanno trovato la morte. Quello che posso dire è solo… Grazie.
Mio caro amico credo di averla toccata piano senza infangare nessuno soprattutto quella banda di reietti e criminali che si resero indipendenti in nome di una vita migliore.
Passo e chiudo.